La mia foto
PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea e dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.); e sin da ragazzo frequentatore della montagna, davanti a lei costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

domenica 31 dicembre 2017

--immersioni: "BLACK & WHITE"


Tuffo di fine anno ai così detti gozzi del lago di Castelgandolfo.
Partiti nei pressi dell'immissario, sulla sponda occidentale del lago, grazie agli apparati a circuito chiuso effettuiamo un'immersione di quasi cento minuti nell'acqua con temperature tra i 12 ed i 9 gradi incontrati alla massima profondità di 77 metri raggiunta oggi.
Alla fine eravamo un po' provati dal freddo accumulato durante la prolungata permanenza di un'ora e quaranta minuti, che però abbiamo sopportato non solo grazie alle essenziali mute stagne che indossavamo, ma soprattutto grazie alla respirazione in circuito chiuso che consente oltre che avere dei consumi di gas notevolmente più bassi rispetto a quelli che si avrebbero respirando con un sistema a circuito aperto, anche di ventilare nei polmoni una miscela gassosa più tiepida ed umida grazie alla quale la perdita di calore viene ridotta.

lunedì 18 dicembre 2017

--immersioni: "ANNABIANCA"


Alcune voci dicono che l'ANNABIANCA, un piccolo cargo di 47 mt. di lunghezza e di 251 tonnellate di stazza lorda varato nel 1921, in una notte d'inverno del 1971 fu fatto volontariamente colare a picco dall'equipaggio in località Cala Ischiaiola dell'Isola di Giannutri (GR), per intascare così il premio in denaro dell'assicurazione.
Il giorno successivo l'evento sulla superficie del mare c'era una patina di polvere bianca scambiata addirittura per cocaina!
In realtà nulla di tutto ciò. Il bianco non era altro che il residuo della pomice caricata sulla nave, inoltre alcuni testimoni oculari affermarono che la notte del 3 aprile del 1971 l'Annabianca naufragò a causa delle pessime condizioni del mare.
Partiti da Porto Ercole raggiungiamo il sito dell'immersione a bordo della Donzella, e da questa abbiamo iniziato la nostra perlustrazione subacquea sul relitto che è suddiviso nei due tronconi di prua e poppa, inframezzati dagli sparsi rottami metallici delle altre strutture.

lunedì 4 dicembre 2017

--immersioni: "IL CALAMARO DEL LAGO"


Il calamaro del lago è una bella scultura metallica posta in una zona sommersa del Lago di Bracciano, che assieme ad altre ben fatte opere, un polpo, un pesce, un granchio ed i modelli del relitto della Bismarck, del Britannic (il gemello del Titanic) e del sommergibile russo Kursk, fa parte di un percorso subacqueo che ad iniziare dai 7-8 metri, raggiunge la cinquantina di profondità.
Se lo si percorre interamente si avranno importanti tempi di fondo con conseguenti decompressioni, che accompagnati anche dalla temperatura dell'acqua degli inizi di dicembre, oscillante tra i 13° della superficie ed i 10° da noi trovati nella parte più fonda, rendono l'immersione nel complesso impegnativa.

domenica 26 novembre 2017

--immersioni: "FOSCHIA AGLI ARCHI"


Nella settimana passata tutto il versante orientale dell'Italia centrale è stato investito da intense e prolungate precipitazioni piovose, con conseguente ingrossamento di tutti i corsi d'acqua piccoli e grandi della sponda Adriatica che hanno versato in mare grandi quantità di limo e sedimenti i quali, trasportati lontano dalla costa da venti e correnti, sono giunti fino a largo delle Tremiti generando anche sott'acqua un'insolita e fitta foschia sommersa.
Anche se a causa del particolato presente in sospensione che in certi momenti ci obbligava perfino a spegnere i nostri potenti illuminatori subacquei per evitare il fastidioso ed accecante effetto di riverbero, un tuffo di tutto rispetto agli archi di Punta Secca dell'Isola di Capraia comunque merita sempre, nonostante appunto le non eccellenti ed invitanti condizioni di visibilità.

domenica 19 novembre 2017

--immersioni: "AUTUMN"


Immersione con le sponde del lago sfumate dei colori e delle atmosfere d'autunno.

mercoledì 15 novembre 2017

^^montagna: "MONTE PORRARA"


Partiti nei pressi della stazione di Palena (AQ), con buon passo saliamo sulla panoramica cresta del Monte Porrara (2136 mt), attraversando macchie boscose accese dei caldi colori dell'autunno e prati ingialliti appena spolverati da prime nevi autunnali.

lunedì 6 novembre 2017

--immersioni: "UNA DONZELLA A GIANNUTRI"


Salpati da Porto Ercole (GR) sul promontorio dell'Argentario siamo andati all'isola di Giannutri con la comoda motobarca "DONZELLA".
Una volta arrivati ed ormeggiati ci siamo preparati per andare sul relitto del "NASIM" che oggi abbiamo raggiunto in immersione non scendendo sulla verticale del suo pedagno sommerso sotto il pelo dell'acqua, ma iniziando praticamente il tuffo a pochi metri dalla scogliera.
Grazie all'ottima visibilità, dopo circa una decina di minuti ed un'accostata alla nostra sinistra che decisamente ci faceva guadagnare profondità, riusciamo ad individuare da prua l'imponente scafo completamente adagiato sul suo lato di mancina e che con bella prospettiva si stagliava nell'azzurro.
Da questo punto quindi ce lo siamo lasciati sfilare di lato dirigendoci verso poppa, esplorando in maniera approfondita così non solo le sue strutture ma anche le automobili trasportate che, cadute fuori bordo durante il naufragio, si trovano sparse sul fondale sabbioso e detritico di 60 metri.

martedì 31 ottobre 2017

^^montagna: "MONTE GODI"


Nonostante ogni nostro passo sia stato affiancato da un terzo compagno, il più che fresco soffio dell'autunno della fine di ottobre, proprio ai margini del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, tranquillamente siamo saliti sul Monte Godi (2011 mt):
ascensione da "incorniciare".

domenica 22 ottobre 2017

^^montagna: "F.I.R.S.T."


Sulla parete est del Corno Piccolo abbiamo scalato la F.I.R.S.T. aperta da Tiziano Cantalamessa assieme a Bruno Tosti nel 1979.
La via nelle prime quattro sfilate di corda sfrutta una serie di diedri e camini, uno di seguito l'altro, che con la loro continuità nelle difficoltà ci hanno impegnato costantemente.
Dalla quarta sosta, traversando qualche metro a destra per una cengetta erbosa, bisogna prima scalare brevemente in un diedro/canale e poi, scavalcata un'aerea crestina, individuare un secondo diedro erboso, chiave di volta della seconda parte dell'arrampicata.
Non potevamo permetterci errori d'itinerario, essendo la fine di ottobre e con le giornate diventate corte c'era il concreto rischio di "uscire" dalla via sulla cresta di nord-est del Corno Piccolo, all'imbrunire.
Facendo tesoro del prezioso consiglio dell'amico Nadir che con chiarezza qualche giorno prima mi aveva spiegato come non sbagliare diedro, correttamente l'abbiamo imboccato finendo alla base del bellissimo anfiteatro di rocce della sezione alta della parete, che non abbiamo potuto ammirare più di tanto in quanto incalzati dal tempo.
Scalando quindi le ultime lunghezze di corda, più agevoli della iniziali, siamo usciti dalle difficoltà alpinistiche.
Non era però ancora finita, perchè ci attendevano ancora un pezzo di cresta con macchie di neve dura e quasi ghiacciata assolutamente da non sottovalutare, una calata in doppia e prati ripidi resi scivolosi da macchie di neve residua.
Solamente arrivati alla Madonnina, ci siamo potuti permettere di allentare la concentrazione.

martedì 17 ottobre 2017

^^montagna: "BRIZIO, CHIARAVIGLIO E ...ANDA"


In una tiepida giornata di metà ottobre, in cinque abbiamo effettuato uno svagante giro alpinistico nel Gran Sasso d'Italia.
Partiti da Campo Imperatore raggiungiamo le Fiamme di Pietra del Corno Piccolo tramite la ferrata GUIDO BRIZIO che da poco è stata risistemata e migliorata, percorrendola però con la massima attenzione necessaria in quanto la sua esposizione che in questo mese la fa restare perennemente in ombra ha fatto si di far ghiacciare macchie della recente nevicata d'ottobre.
In "conserva protetta" quindi percorriamo la bella via CHIARAVIGLIO-BERTLHET che, attraversando una variegata linea di cresta nella quale alla vista si offrono sempre nuovi panorami, ci conduce proprio sull'ultimo tiro della NAUDANDA che poi scaliamo in cordata.
All'uscita del tratto alpinistico un calata in corda doppia ci fa riguadagnare la via Danesi e quindi a ripercorrere la ferrata Brizio in senso inverso, il tutto naturalmente condito da risate, buon umore e spensieratezza.

sabato 14 ottobre 2017

--immersioni: "IL GROSSO DI CAPRAIA"


Immersione su una parete rocciosa che ha la stessa verticalità sia all'aria che sott'acqua, chiamata "IL GROSSO" a settentrione dell'isola di Capraia nell'arcipelago delle Tremiti, dove ad inizio autunno si riesce a respiare un'atmosfera rilassata.
Una volta tuffati la nostra vista si è saziata del colore dominante su tutti, il giallo delle spugne e di altri organismi incrostanti presenti in ogni anfratto degli scogli e delle pareti sommerse.

mercoledì 11 ottobre 2017

--immersioni: "COMEX"


La nota ditta francese di lavori subacquei COMEX di Marsiglia, diversi anni fa fu incaricata di compiere delle prospezioni sulla morfologia del fondale sottomarino nello stretto di Messina.
Durante lo svolgimenti di queste operazioni davanti la costa della località Favazzina di Scilla (RC), gli ecoscandagli rilevarono un'evidente altura che netta si elevava dal fondale che c'era tutt'intorno.
Per quanto le strumentazioni potessero aver fornito delle giuste indicazioni però era, ed è, sempre l'occhio dell'uomo a dover poi valutare per presa diretta, ed allora i sommozzatori s'immersero.
Scesero fino a poco più di 45 metri per atterrare su quello che doveva essere il capello, cioè la parte meno fonda, di quella secca che era stata strumentalmente scandagliata e su i suoi lati scoprirono un'estesa colonia di corallo nero (antipathella subpinnata), caratterizzata dal colore bianco candido delle ovattate ramificazioni che netto contrasta con il blu del mare profondo.
Da allora quest'immersione sia per i sub, che per i pescatori che frequentano la zona, è detta LA SECCA DEI FRANCESI.
Il solito indispensabile supporto tecnico per la discesa su questo sito mi è stato fornito da "UN TUFFO NEL BLU" di Cannitello (RC).

martedì 10 ottobre 2017

--immersioni: "MON AMOUR"




Una stretta strada tutta a tornanti scende verso il mare che dopo ogni curva a gomito appare e scompare tra casette, olivi e fichi d'india. Devo fermarmi al suo termine proprio dove inizia una scalinata. Sono arrivato alla Marinella di Palmi (RC).
Aiutato da Massimo e passando dentro questo minuscolo borgo praticamente disabitato tra ripide pareti rocciose, trasporto tutte le bombole vicino il punto d'ingresso in acqua.
L'ultima volta che ero stato qui proprio all'ultimo istante a malincuore dovetti desistere dall'immersione perchè il mare, fino a quel momento calmo, era improvvisamente ingrossato. Le sue onde frangenti divennero una invalicabile barriera per qualsiasi sub stracarico.
Oggi invece c'è solo una bava di risacca, quindi con tutta calma posso preparami per il profondo tuffo in questo sito verso il quale ho da sempre nutrito un debole, nonostante il fatto che l'acqua bisogna letteralmente sudarsela a suon di un via vai di trasbordi scendendo e poi risalendo varie scalinate con attrezzature in spalla.
Con addosso il bibombola 12+12 litri con trimix (13/37) di fondo e le bombole con le miscele decompressive agganciate ai lati, prima di iniziare l'immersione devo ancora pinneggiare per un tratto in superficie fino a raggiungere l'estrema propaggine rocciosa che dalla spiaggia ciottolosa della Marinella si vede a destra. Finalmente dopo tanto lavoro arrivo alla roccia prefissata come punto d'inizio della mia immersione.
Sosto qualche minuto per riposare, quindi inizio.

sabato 7 ottobre 2017

--immersioni: "CARIDDI"


In calma assoluta di corrente, con il supporto di "UN TUFFO NEL BLU" di Cannitello (RC), abbiamo effettuato quest'immersione sul "CARIDDI", ex traghetto delle Ferrovie dello Stato affondato in una banchina del porto di Messina con la poppa ancora affiorante e con la prua a poco più di una quarantina di metri di fondo. Nello scafo si possono effettuare diverse penetrazioni in tutta sicurezza.

giovedì 5 ottobre 2017

--immersioni: "SCILLA"


Ritorno ancora ad immergermi nel bellissimo giardino di gorgonie della Montagna di Scilla(RC), grande e monolitico scoglio sommerso che segna l'inizio di un'estesa foresta di paramuricee nella quale i colori dominanti sono il rosso ed il giallo che contrastano con l'azzurro del mare profondo.
E' sempre utile sottolineare il fatto che un tuffo da queste parti può effettuarsi solo in caso di "stanca" della "rema" (corrente), previa consultazione e piena comprensione delle tavole di marea dello Stretto di Messina. In casi diversi da questo rivolgersi ad un esperto del posto che per noi è stato Franco di "UN TUFFO NEL BLU" di Cannitello (RC).

lunedì 2 ottobre 2017

--immersioni: "LAZZARO"


Eravamo quasi pronti per un immersione sul versante Tirrenico-Calbrese, quando un improvviso temporale seguito da un groppo di vento tesissimo faceva ingrossare con spumeggianti cavalloni che s'infrangevano sulla spiaggia parecchio il mare, costringendoci così a cambiare piano.
Per dimenticare decidevamo di andare in una bettola, anzi in una bettolina: ma non per bere.
La così detta "Bettolina" è il relitto sommerso di una piccola unità della marina da guerra tedesca che è stata silurata dagli inglesi nel secondo conflitto mondiale nelle acque Joniche della Calabria prospicenti la località di Lazzàro(RC), situata poco a sud dello Stretto di Messina.

venerdì 15 settembre 2017

^^montagna: "SPIGOLO ENE"


Era la fine di agosto del 2012 quando scalando questo spigolo che delimita la parete est della vetta occidentale del Corno Grande dal Canalone Centrale nel Gran Sasso d'Italia, non aiutati dalle nebbie che andavano e venivano che non migliorarono la situazione toppammo finendo, come si dice in gergo, "fuori via.
Decidemmo allora di ritirarci con le doppie, e quindi con calma, una volta capito l'errore commesso, ci eravamo poi ripromessi di tornare per concludere la scalata.
Per un motivo o per un altro però l'occasione da allora non si era più ripresentata fino a questo giovedi 14 settembre 2017, dopo 5 anni, quando sulla "retta via" abbiamo terminato lo spigolo di EST-NORD/EST.
Per la "bacheca" dei ricordi lungo la salita ho ritrovato e recuperato il materiale che avevamo usato all'epoca per le corde doppie: fettucce e moschettoni a maglia rapida. Il ritrovare questi ultimi in particolare significa che dal 2012 ad oggi nessuno ha ripetuto questa via.

domenica 10 settembre 2017

--immersioni: "NON L'HANNO RUBATA !"


E meno male !
Tempo fa (vedere su questo blog il post del 13 agosto '17), a causa della pessima visibilità non riuscimmo ad individuare il relitto di una vecchia auto, ed allora scherzando ci dicemmo che probabilmente l'avevano rubata!
Oggi invece ci siamo sincerati che non c'è stato nessun furto!
La nota della giornata riguarda la temperatura dell'acqua che in superficie era di 26°, contro i 9° trovati alla massima profondità ragiunta.

domenica 3 settembre 2017

--immersioni: "TORRE ULUZZO"


Durante il familiare soggiorno vacanziero Salentino avevo ventilato l'ipotesi di andarmene per conto mio a fare un'immersione sul relitto sommerso presso Torre Vado (LE), del TEVFIK CAPTAN 1 già documentato su questo blog l' 8 settembre 2013
Però dopo averne già fatte due con autorespiratore assieme a mia figlia, della nave affondata me ne sono proprio dimenticato: il piacere di fare un'altra discesa assieme a lei e vederla completamente a suo agio e disinvolta mentre se ne va curiosando sott'acqua, è musica.
Nella bella cornice fatta di aspre, solitarie e silenziose cale rocciose situate in prossimità della TORRE ULUZZO nell'incantato Salento Jonico di Porto Selvaggio, il lavoro di facchinaggio delle pesanti attrezzature da immersione scaricate dall'auto fino all'accesso in acqua, è stato per me si molto sudato sotto un sole caldissimo e cocente, camminando in equilibrio sulla scogliera in certi punti scomoda ed appuntita, ma ampiamente ripagato da indimenticabili "interessi" non materiali, ma fatti di ricordi maturati in brevissimo tempo e talmente alti da essere incalcolabili.

giovedì 24 agosto 2017

^^montagna: "PIZZO BADILE"


Per qualsiasi appassionato di montagna e di alpinismo il nome PIZZO BADILE ricorda imprese di scalate che oramai sono entrate a far parte della storia, perchè il suo forte magnete ha da sempre richiamato, richiama e richiamerà, schiere di alpinisti che vengono a provare di realizzare i loro progetti. Anche per noi è stata la stessa cosa.
Partiti da Pescara alle 4.00 della notte di lunedì 21 agosto '17, dopo aver guidato per 700 e passa chilometri di strada arriviamo ai Bagni di Masino a mezzogiorno da dove, zaini in spalla, alle 13.00 ci avviamo verso il rifugio Gianetti-Piacco. Con tre ore di marcia di passo sostenuto, alle 16.00 giungiamo nell'ospitale rifugio posto al centro di uno spettacolare emiciclo di montagne delle quali il Badile con i 3308 metri della sua massiccia mole fa parte.
Bere un te caldo e zuccherato, riordinare il materiale nello zaino, assaporare la buona cena, scambiare qualche parola con altri ospiti ed il gestore, quindi trascorrere la notte sulle brande di legno, sono solo delle semplici azioni che lentamente riempiono gli intervalli di tempo dei nei nostri pensieri in attesa dalla salita.
Alle 6.45 del mattino del successivo martedì 22 lasciamo il Gianetti avanzando per prati, pietraie, lastroni e gobbe granitiche con davanti agli occhi questa montagna che diventa sempre più grande, prendendo concretamente forma dentro di noi che fin'ora l'avevamo memorizzata solamente grazie a qualche scritto e fotografie.
Alle 8.00 siamo all'attacco, posto a destra di uno scuro diedro, della NORMALE DAL VERSANTE ITALIANO : la via COOLIDGE (III°+/PD+/dislivello 400 metri/con tratti di non semplice orientamento, o per lo meno per noi è stato così vuoi sia perchè era la prima volta che capitavamo in questi paraggi, che per le nebbie che durante la scalata andavano e venivano).
Proprio al termine di un camino umido, strapiombante e per nulla invitante si vede una rampa/cengia sulla quale attacchiamo per aggirare lo spigolo. Superato successivamente un passo nel quale bisogna accovacciarsi detto del gatto, scaliamo in cordata un caminetto un po' scivoloso al termine del quale c'è la metallica croce CASTELLI-PIATTI.
Andandocela a complicare un po'e senza saperlo, la nostra ascensione prosegue troppo vicini la cresta: dovevamo rimanere un po' più bassi. Recuperiamo la giusta linea perdendo un po' di dislivello con passi delicati.
Ancora su fino quasi ad arrivare alla base di quello che intuiamo essere il lungo canalone della parte alta della via. La nebbia non ci da una mano, e così vado quindi a scalare un po' troppo verso destra, cosa che poi mi costringe ad effettuare un traverso non difficile ma esposto per recuperare per la seconda volta la corretta via.
Poi andiamo abbastanza spediti con i giusti passi, che sono confortati dalla vista delle soste di calata e protezioni varie che superiamo. Ancora un tratto in cordata perchè su cresta aerea, ed in alto osserviamo delle nuvole che si sfilacciamo. Deduciamo che non manca molto alla vetta.
Decisamente, ma con la massima attenzione, traversiamo a destra indirizzandoci all'ultimo tratto leggermente franoso del canalone al termine del quale sulla sinistra scorgiamo il caratteristico OBELISCO METALLICO posto sulla vetta del Pizzo Badile (3308 mt). Pochi metri ancora e ci siamo. Lo raggiungiamo inquadrandolo assieme a noi, soddisfatti, nella classica foto ricordo di fine scalata.
Prima di riposarci e rifocillarci nel minuscolo BIVACCO REDAELLI, dal punto più alto diamo uno sguardo verso la CRESTA NORD che però a causa delle nuvole d'ovatta che giù chiudono gli orizzonti, si fa osservare solo per la sua sezione superiore.
Nel bivacco dei RAGNI DI LECCO, piccola ma accogliente scatola di lamiera, recuperiamo per poco prima di intraperendere la discesa per la stessa via di salita che abbiamo effettuata fondamentalmente disarrampicando con grande cautela visto il pietrisco presente, oppure calandoci con diverse doppie di 25, massimo 30 metri di lunghezza (basta una singola corda da 60 mt), opportunamente posizionate nei punti più ripidi ed attrezzate con anelli metallici.
Così a scendere, non ricordo il numero delle calate a corda, ancora fino a trovarci proprio dentro quel camino repulsivo che avevamo notato all'inizio della scalata e nel quale dobbiamo effettuare la penultima discesa. Poi con un'ultima manovra finalmente ci ritroviamo dove avevamo iniziato di mattina diverse ore prima.
Il tempo di riordinare il materiale nello zaino e ci dirigiamo sempre tra le nebbie fitte, scendendo con attenzione su inclinate placconate di granito al rifugio Gianetti-Piacco nel quale entriamo alle 17.30 di martedì 22 agosto.
La mattina molto presto alle 7.00 di mercoledì 23 di agosto '17, lasciamo il rifugio a perdere quota fino all'automobile ai Bagni di Masino. Il resto è tanta strada in automobile fino a Pescara. A casa alle 21.00.

sabato 19 agosto 2017

--immersioni: "PESSIMO UMORE"


Il LAGO DI SCANNO (AQ), è un gradevolissimo posto per tranquille gite fuori porta nelle festività.
Figurarsi poi in questi caldi e soleggiati giorni della terza settimana d'agosto, classico periodo di ferie, quando è preso d'assalto dai tanti turisti che vi trascorrono il loro tempo libero, passeggiandoci a piedi, in bicicletta, a cavallo, prendono il sole, facendoci il bagno, navigandolo in pedalò e quant'altro.
Preferendo però personalmente le ore fresche del mattino e la tranquillità, ci arrivo che sta appena albeggiando.
Prima d'iniziare i preparativi, da una caletta erbosa mi avvicino alla sponda e allungo un preventivo sguardo indagatore notando due cose che di lì a poco saranno fattori da prendere in considerazione per la mia immersione:
primo, il livello dell'acqua a causa delle scarse precipitazioni della stagione è più basso di un paio di metri, quindi per me con l'autorespiratore in spalla l'accesso sarà un po' più lavorato.
Secondo e più condizionante, già dalla superficie vedo l'acqua con sfumature che conoscendo bene il sito, lasciano presagire visibilità subacquee molto limitate. Su questo punto mi auguro vivamente di essere in errore.
Eseguite tutte le procedure pre-immersione sull'apparato a circuito chiuso mi avvio verso la spiaggetta e scendo sullo sdrucciolevole ciotolame pietroso che normalmente è sott'acqua. Con un po' di gioco d'equilibrio calzo le pinne, effettuo gli ultimi controlli e vado.
Purtroppo i miei presagi sulla visibilità risultano essere giusti, infatti nei primi due, tre metri di profondità trovo acqua come il latte, fastidiosa alla vista. Più in basso, poi, anche peggio.
Cautamente scendo nel torbido sempre più nero, perchè più giù si va e meno luce c'è, cercando nei limiti di non sollevare ulteriore sospensione.
E' una parola però! Con sole due spanne di visibilità dal vetro della maschera non è semplice rimanere in stilistico ed elegante assetto a mezz'acqua sollevato dal fondo, per forza di cose devo starci appiccicato avendo almeno sfumato davanti agli occhi il necessario riferimento.
Oggi, LUI, il lago quì sotto è proprio di PESSIMO UMORE.

mercoledì 16 agosto 2017

^^montagna: "UNA SCALATA DAL SAPORE ANTICO"


Nonostante abbiamo preso la prima corsa della funivia ai Prati di Tivo alle 8 e 30 del mattino, il lungo avvicinamento di tre ore alla via, l'isolamento della zona, la qualità della roccia che ci ha obbligati ad una cauta progressione, un ingarbugliamento della corda, a volte può accadere, le soste e le protezioni tutte da attrezzare e l'altrettanto lungo rientro, hanno fatto si che la nostra salita sulla "CONSIGLIO-MORANDI" dello spigolo di nord-ovest della Vetta Centrale del Corno Grande del Gran Sasso d'Italia, avesse un sapore di cose di montagna di tanto tempo fa e, come diceva l'amico Nadir, di alpinismo romantico.
A nostro sindacalissimo giudizio l'ambiente unico che si prospetta dalla posizione dell'oramai, purtroppo, inesistente ghiacciaio del Calderone, probabilmente è il più bello di tutto il massiccio. L'abbiamo vissuto e respirato per gran parte della giornata, che per noi stanchi terminava giù ai Prati quando oramai iniziava a far notte.

domenica 13 agosto 2017

--immersioni: "L'HANNO RUBATA ?"


Immersi con l'intenzione di andare a dare un'occhiata al relitto sommerso di una vecchia auto, a causa dell'acqua estremamente torbida e lattiginosa trovata oltre la profondità dei 20 metri non siamo riusciti ad individuarla.
Naturalmente scherzando, tra noi ci chiedevamo se l'avessero casomai ... rubata !
Ed alla fine, comunque sia andata, al solito ne è valsa sempre la pena ed il puro piacere di vagare sotto i flutti ripaga comunque la passione.

giovedì 10 agosto 2017

^^montagna: "CHI HA ALZATO LA CRESTA?"

Era l'agosto del 2014 e con l'amico Massimo stavamo scalando la "Diretta alla Prima Cresta del Monte Camicia", quando proprio nell'ultimo tiro ci trovammo d'improvviso dentro un temporale con la pioggia che in pochi attimi trasformò quella bella placca in un ruscello d'acqua, con l'aggiunta anche di lampi e tuoni vicinissimi. Terminare quelle poche decine di metri della lunga scalata in quel momento era diventato l'ultimo pensiero, dovevamo immediatamente toglierci da quel punto così in alto, aereo ed esposto che praticamente era un naturale parafulmini.
Con attenzione, in due discese in corda doppia svalicammo un paio di canali paralleli alla linea di salita andando a finire in una zona un po' più tranquilla. Poi, con senso d'orientamento lungamente risalimmo pietraie e ripidi prati per arrivare finalmente fuori da ogni tipo di difficoltà.
In quest'agosto del 2017, torno assieme ad Italo a scalare la Diretta.
Non ancora che albeggia lasciamo Fonte Vetica per arrivare alla Forchetta di Penne, la sella tra il Dente del Lupo e la parete nord del Camicia. Dopo aver disceso alla base della parete per un tratto un ripido canale di ghiaie mobili di tutte le dimensioni derapando in equilibrio precario su zone terrose aiutandoci con le mani a ciuffi d'erba, giungiamo all'attacco della Diretta dopo tre ore.
Iniziamo. Andiamo su nei tiri di corda. Tutto è apparentemente identico come tante altre volte in montagna, ma allo stesso tempo nuovo ed inebriante. La cordata rodata da tempo, è affiatata e le manovre sono ottimizzate al meglio anche quando si verificano dei normali intoppi.
Giungiamo nel tratto finale dove tre anni fa con Massimo ci ritirammo, e dopo averlo superato di venti metri usciamo dalla via e dalle difficoltà, tra l'altro una bellissima placca.
C'è quindi l'immancabile birretta e l'ultima fatica per rientrare alla piana di Fonte Vetica, ferita, deturpata da un incendio causato da balordi e da una gestione approssimativa, che ferisce gli occhi.

mercoledì 9 agosto 2017

^^montagna: "ALLA RICERCA DELL'OMBRA"


In queste giornate caldissime di agosto, nell'Appennino Abruzzese lo zero termico viaggia attorno ai 4500 metri di quota, il che sta a significare che anche sui 2500-3000 metri del del Gran Sasso il sole si fa sentire.
Ed allora noi abbiamo preferito cercarci un po' di frescura e d'ombra che si sono state offerte dalla parete nord del Corno Piccolo, ripetendo la "MARCO FLORIO" che si dipana fino alla cresta in un susseguirsi di dietri, camini e canali.

domenica 30 luglio 2017

^^montagna: "GRAN PILASTRO DELLE MURELLE"


Nel massiccio della Majella la cima delle Murelle è caratterizzata da alte pareti, pinnacoli, guglie, rocce triturate, profondi canaloni incassati, morene sassose e grotte d'erosione che non sono altro che i resti fossilizzati di un antico fondale tropicale marino.
Osservando dal bivacco Fusco, a destra della vetta delle Murelle (2596mt) si stacca stagliandosi netto dalla linea di cresta un massiccio sperone roccioso, il "GRAN PILASTRO DELLE MURELLE", sul quale si snodano alcune vie alpinistiche degli anni '30 e '70 le cui ripetizioni ad oggi si contano sulle dita delle mani.
Scalare in queste zone alpinisticamente poco frequentate sarebbe per noi di soddisfazione, ed allora dopo aver ricevute precise indicazioni sulla "VIA A DESTRA DELLA PIRAMIDE" da Cristiano, decidiamo di andare.
La via fu aperta dai fortissimi esploratori e pionieri Roberto e Mario Mascarucci assieme a Giustino Zuccarini il 12 agosto 1973, ed il 31 dello stesso mese ebbe la prima ripetizione ad opera di Eugenio Di Marzio, Ferdinando Mancini e Mario Mascarucci. Dopo 44 anni, il 27 giugno 2017 a Iurisci e Zulli il merito di riportarla alla giusta attenzione con la terza salita in assoluto, e per Giacinto ed Italo Marchionni la ripetizione il 29 luglio 2017.
Dopo aver dormito nel furgone, la nostra giornata è iniziata che era ancora notte. Ci siamo messi in marcia dal rifugio Pomilio alla Majelletta alle 5 e 30 del mattino e vi abbiamo fatto rientro stanchi e prosciugati dal gran caldo ma soddisfatti alle 18 e 45, dopo più di tredici ore di intensa attività delle quali cinque abbondanti occorrenti per l'avvicinamento ed il rientro.
Con sempre sotto gli occhi l'ampio vallone morenico dell'anfiteatro delle Murelle, la scalata si è alternata tra rocce discrete e tratti più delicati.

mercoledì 26 luglio 2017

^^montagna: "SALAMINI APPESI"


Quattro alpinisti,
che con le loro corde sembrano dei salamini appesi,
sulla "SALADINI-ALESI" (Corno Piccolo nord).

domenica 23 luglio 2017

^^montagna: "IL CAMINO PERFETTO"


Domenica 16 luglio avevamo iniziato la giornata alpinistica tra nebbie che andavano e venivano.
Quando però eravamo giunti all'attacco della via del Camino sulla parete est del Corno Piccolo, il sole la faceva da padrone e così abbiamo deciso d'iniziare la scalata.
Alla terza sfilata di corda in brevissimo tempo ritornava la nebbia che velocemente si trasformava prima in pioggia e poi in grandine fitta e gelata.
Completamente inzuppati ed infreddoliti, con ancora più di mezza "via" da salire sulla roccia oramai scivolosa, non rimaneva altro da fare che effettuare una ritirata fino alla base della parete con le corde doppie.
Con la massima attenzione e delicatezza abbiamo effettuato tutte le manovre necessarie, sferzati a tratti anche dal vento forte che ci faceva ulteriormente rabbrividire, raggiungendo il punto dal quale eravamo partiti.
Tutto bene quindi ... Macchè!
Andando a ritirare le corde dall'ultima discesa, una di queste rimaneva inesorabilmente incastrata in qualche asperità irraggiungibile più in alto.
A nulla sono valsi tutti i nostri numerosi tentativi per tentare di sbloccarla, la vedevamo solamente allungarsi grazie alla sua elasticità, ma rimanere sempre immobile, stoppata da qualche parte.
Alla fine ci siamo arresi decidendo, però, che quanto prima appena i vari impegni personali e le condizioni meteorologiche l'avessero consentito, saremmo tornati per recuperare la "gialla" e terminare la via.
E così è stato il 20 luglio successivo quando ci siamo gustati a pieno i 30 metri di "camino", ciliegina sulla torta di una bella scalata dalla base alla vetta del Corno Piccolo.

giovedì 13 luglio 2017

^^montagna: "CI SIAMO TOLTI IL DENTE DEL ... LUPO"


Il "DENTE DEL LUPO" è un'appendice separata della vasta e remota parete nord del Monte Camicia, ed è ubicato in una zona montana dal lungo e non intuitivo accesso, comunque questo venga effettuato.
Oltre alla sua "scomoda" posizione, fattori come roccia di qualità non eccelsa ed un dislivello effettivo da "scalare" che a voler essere di manica larga non supera in totale un'ottantina di metri, rendono questa punta di 2297 metri d'altezza sul livello del mare, non particolarmente appetibile alpinisticamente, infatti da queste parti la presenza degli scalatori è cosa rara.
Nonostante ciò avevo già da tempo in mente questa salita anzi, a volerla dire tutta, mi ci ero un po' fissato perchè mi piaceva l'idea di salire su questo "2000" degli Appennini sul quale per forza di prospettiva ogni volta che percorro la Valpescara il mio sguardo, seppur da lontano, ci cade su.
Caricata quindi a dovere la personale molla della motivazione, l'undici luglio scorso assieme all'amico Massimo l'ho fatta scattare per questo "viaggio" di montagna sul Dente del Lupo, scalato per la via "FILO INTERDENTALE", ed il tutto resocontato con il "filmetto" che qui segue.

lunedì 10 luglio 2017

^^montagna: "BACHETTI-CALIBANI"

Ancora sulla parete nord del Corno Piccolo a scalare con gli amici Erica e Nadir.
Tra la solita attenzione posta nei passaggi chiave della "via" (ad esempio come fessure possibili da salire solo con l'incastro forzato dei piedi), soste, protezioni, rocce, panorami, corde, fettucce e chiodi, non sono mancati (anzi!), il buonumore, battute, amenità e risate!

sabato 8 luglio 2017

--immersioni: "FIL DI (contro) CORRENTE"


Nonostante le distanze da percorrere ed i vari impegni personali, con gli amici del gruppo "CONTROCORRENTE" Tiziano e Mario, in una caldissima giornata d'inizio luglio mi sono incontrato presso le sponde del Lago di San Domenico, riuscendo così a ricavarci uno spazio temporale di una mezza giornata infrasettimanale per tuffarci assieme con i nostri "apparati" che non emettono bolle.
Fatti i dovuti preparativi e controlli di protocollo previsti, una volta indossate le mute, dal quasi bollire dentro le protezioni stagne gommate quando eravamo all'aria caldissima, di colpo siamo passati alla fredda temperatura dell'acqua del lago di 10° che, per lo meno all'inizio, è stata sicuramente un piacevole refrigerio diventando con lo scorrere dell'ora "dentro" il lago, decisamente più che fresca.
Più naturale, anche se insolito è per chi, abituato al ritmato rumore ed al gorgoglìo delle bolle espirate dall'erogatore del circuito aperto, nuotare sott'acqua accompagnato dal silenzio dovuto dall'apparato a circuito chiuso.

venerdì 30 giugno 2017

--immersioni: "WATERFRONT"

Acque ribollenti.
Acque mute.
Acque senza bolle.

lunedì 26 giugno 2017

^^montagna: "VIA BACHETTI-FANESI"

Esattamente sette giorni fa, 18 giugno, tutto il massiccio del Gran Sasso era stato investito dal transito di una veloce perturbazione fredda accompagnata da venti intensi che costringevano gli appassionati di montagna che erano in zona a coprirsi quasi alla maniera invernale.
A distanza di una settimana tutto il centro della penisola invece è sotto l'impulso della prima vera fiammata calda della stagione che in pianura si fa sentire le vampate con le alte temperature. A causa di ciò decidiamo di scalare sulla parete nord del Corno Piccolo che notoriamente anche d'estate sa regalare temperature più che "frizzanti" che richiedono un'adeguata copertura.
Inutili però sono state queste nostre congetture infatti, all'ombra dell'imponente bastionata di calcare della nord, oggi abbiamo persino sudato: il calore è arrivato fin quassù facendoci insolitamente trovare sgomberi da neve tutti gli "attacchi".
La via aperta dal forte ascolano Francesco Bachetti in cordata con Fanesi, è una perfetta linea che sale su dritta, verticale e logica per tutta la parete uscendo sul filo della cresta di nord-est del Corno Piccolo poco sopra il suo secondo risalto.

domenica 25 giugno 2017

^^montagna: "VETTA SETTENTRIONALE D'INTERMESOLI"

Avevamo programmato di scalare, ma un insolito freddo per il periodo accompagnato anche da vento molto forte e copertura nuvolosa sulle cime ci fa dirottare con grande soddisfazione per un bel giro sulla solitaria e poco frequentata vetta settentrionale del Pizzo d'Intermesoli (2483 mt).
Partiti dal piazzale di Campo Imperatore per raggiungere il nostro obbiettivo, un solitario bastione roccioso, con ottimo passo siamo passati per il Passo del Lupo, sotto la bastionata orientale del Pizzo Cefalone, la sella del Cefalone, la sella dei Grilli e la vetta principale del Pizzo d'Intermesoli.

venerdì 16 giugno 2017

--immersioni: "ACQUA SILENTE"

Per chi oramai da tempo è abituato ad ascoltare il consueto borbottio delle bolle che fuoriescono dall'autorespiratore a circuito aperto, insolito è ascoltare il silenzio del proprio respiro sott'acqua durante questo primo tuffo in solitaria con l' E.C.C.R.

mercoledì 14 giugno 2017

^^montagna: "SULLA TERZA SPALLA"



Già tre anni fa scalai questa bella e per nulla frequentata cresta della Terza Spalla del Corno Piccolo, che dalla Val Maone la risale per intero.
All'epoca seguimmo l'itinerario storico aperto nel 1929 dagli "Aquilotti" di Pietracamela, mentre in quest'ascensione negli ultimi tiri abbiamo scalato la variante del 1956 dei romani Consiglio, Morandi e De Ritis.
Tutta la via comunque segue la logica del sempre panoramico filo di cresta, o poco giù di lì prevalentemente appena poco alla sua destra, andando a finire su tre sellette l'ultima delle quali, poco prima della variante, se si osserva verso sinistra offre un affaccio sull'inciso, ripido e selvaggio canale Mallucci.

lunedì 5 giugno 2017

^^montagna: "TERRATTA & PALOMBO"

Bellissimo e lungo giro, 20 i km. percorsi, in questo vagabondaggio dentro le magiche atmosfere del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
Partiti dalla fonte della Padura, vicino Bisegna (AQ), siamo passati per il fosso delle Mandrelle, i ruderi della capanna Blasetti, la Pietra del Principe, la vetta della Terratta che ci ha anche offerto giù in basso un panoramico affaccio sul lago di Scanno, le Ciminiere della Montagna Grande, il Valico di Terraegna ed il Monte Palombo, per ritornare stanchi, ma soddisfatti, nuovamente alla fonte di partenza.

lunedì 15 maggio 2017

--immersioni: "BOLLE E CINGUETTII"

Arrivati alla metà di maggio con le giornate che si sono allungate, le temperature sono diventate gradevoli anche ai 900 metri di quota sul livello del mare del Lago di Scanno.
Già dalle prime ore del mattino, nell'aria si può ascoltare l'ininterrotto miscuglio di suoni di sottofondo generato dei cinguettanti gorgheggi delle tante specie di volatili che dimorano sugli alberi di questi estesi boschi di montagna: sono la colonna sonora di questo lago sopra le sue onde in una luminosa giornata.
Al di sotto invece la "musica" cambia totalmente.
Già a qualche metro di profondità il sole lascia il dominio assoluto al buio, al quale si accompagnano freddo e silenzio. Quest'ultimo è spezzato solamente dal rumore generato dal ritmato gorgogliare dalle bolle di scarico che escono del mio autorespiratore.

lunedì 1 maggio 2017

^^montagna: "RIONNACE"

Grazie ad un importante abbassamento delle temperature avvenuto negli ultimi giorni della settimana, nell'ascensione di un migliaio di metri di dislivello sull'Infornace (2469mt) del 30 aprile '17, per il Canale ad "Y" di Fonte Rionne, abbiamo calpestato neve durissima perfettamente ramponabile.
Partiti in prossimità del Laghetto di Racollo prima di "incontrare" la montagna, che è comunque sempre di fronte agli occhi, abbiamo percorso circa 3 chilometri e mezzo abbondanti nel tipico falsopiano di Campo Imperatore. Quindi la salita che si snoda con pendenze che via via vanno ad incrementare fino su di un tratto anche a 50° dentro una bella, incassata e nascosta "goulotte" che poco sotto l'uscita a pochi metri dalla vetta, se così si può dire, "regala" alle gambe un'ultima impennata prima di potersi godere il vasto panorama su buona parte del massiccio del Gran Sasso.
Per una manciata di minuti ci siamo riposati e rifocillati, poi a causa di nubi che iniziavano ad addensarsi abbiamo preferito iniziare la discesa che, rispetto al canale di salita, abbiamo sciato su quello situato immediatamente alla sua sinistra, orograficamente parlando.
Pendenze abbordabili, che vuol significare inferiori rispetto a quelle viste all'andata, e dell'ottima neve trasformata ci hanno tenuto compagnia praticamente fino alla base del monte, ed anche un po' oltre.

martedì 25 aprile 2017

^^montagna: "LA PAGINA BIANCA"

Una tardiva nevicata d'aprile sui monti d'Abruzzo che non si è compattata con gli strati preesistenti gia trasformati, unita alle temperature decisamente alte per le quote, ci fanno attraversare in questa uscita scialpinistica, neve pesante, bagnata ed anche gessosa.
Nella discesa la nostra abilità è stata quella di andarci a cercare sulle gobbe laterali a certi lievi avvallamenti, evidentemente colpite in maniera indiretta e radente dai raggi solari su quest'ampia "pagina" inclinata, delle strisce sulle quali poter effettuare curve.
Eravamo partiti dall'automobile, parcheggiata nei pressi di Fonte Vetica, per attraversare il pianoro situato sotto il versante meridionale del Monte Camicia, e dopo essere passati per i ruderi della miniera abbandonata abbiamo imboccato uno degli inclinati canali che fanno da naturali corridoi d'accesso al così detto "Paginone".
Superfluo è ricordare che la bellezza dei bianchi panorami osservati e dei silenzi ascoltati, hanno controbilanciato la non ideale qualità della neve.

martedì 11 aprile 2017

^^montagna: "VIA DEL CANALONE"

Se, come l'abbiamo effettuata noi, l'ascensione alla vetta del Corno Piccolo (2655 mt) la si affronta partendo direttamente dal Piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo (1450 mt) e senza l'ausilio della cabinovia, allora la salita, e la relativa discesa, diventano al contempo lunghe, faticose, tecniche e di grande soddisfazione!
Calzati i ramponi praticamente a pochi metri dalla macchina, all'inizio rimontiamo il pendio camminando sotto i pali delle deserte seggiovie e poi, avendo in alto e davanti agli occhi l'inciso canale alpinistico che andremo a percorrere, per arrivare alla sua base ci troviamo la via più logica tra rocce sparse, valloncelli e nevai, con pendenze in costante aumento.
Raggiunti i primi spalti di calcare della parete nord del Corno Piccolo, con un "aleatorio traverso" su neve nuova e non ancora coesa con il manto sottostante già trasformato, con decisa impennata della pandenza guadagnamo il centro dello sperone roccioso che fa da spartiacque tra il Canale Sivitilli a destra, e la via a sinistra che andremo a scalare, detta del Canalone.
Questa, con andamento livemento obliquo che va da destra a sinistra, si fa strada tra rocce strette stracolme di neve, oggi non durissima ma comunque salibile.
Con calma, misurando e pensando ogni passo ed ogni gesto, lentamente e con costanza guadagnamo metri verticali dentro questa stretta gola di ghiacci e sassi fino ad arrivare ad un bivio, se così si può dire, dove la relazione scritta propone una soluzione a destra, più frequentata e sulla quale possiamo vedere passi di misto, ed un'uscita a sinistra che noi scegliamo perchè osserviamo più innevata, ma sulla quale troveremo un tratto più impegnativo a 70 gradi di pendenza.
In alcuni passi obbligati dalla morfologia del canale che si devono per forza effettuare vicino ai massi, i piedi sprofondano più del dovuto nella neve, obbligandondoci così ad essere ancora più attenti.
Superata questa difficoltà andiamo quindi ancora su sull'ampia ed inclinata comba che sorregge la cupola rocciosa della vetta del Corno Piccolo alla cui base, prima di arrivare in cima, ci fermiamo per qualche minuto per riprendere un po' fiato, e poi via ancora con un ultimo sforzo per giungere finalmente alla meritata croce a 2655 metri.
Giusto il tempo di riposare qualche momento, ed iniziamo la discesa, anch'essa impegnativa, che scegliamo di effettuare disarrampicando per il Camino di Mezzo, sfruttando ed adoperando le peste di altra cordata che da lì era salita.
Affrontata quindi con estrema circospezione l'ultima strettoia in basso del "Camino", per altro eventualmente assicurabile ed "azzerabile" con uno spit e più sotto da altro ancoraggio, siamo fuori dalle difficoltà ed allora ci concediamo una pausa di beveraggi rifocillatori prima di rientrare, su declivi meno inclinati, di passo al piazzale "Amorocchi" dei Prati di Tivo dal quale eravamo partiti.

lunedì 3 aprile 2017

^^montagna: "INVERNALE SULL'ORIENTALE"

Bella invernale sulla Vetta Orientale del Corno Grande(2903 mt) nonostante il rialzo termico di questi ultimi giorni di marzo 2017, che però a queste quote ed esposizioni risultava essere del tutto "ininfluente".
Dopo aver pernottato nel piccolo ed accogliente ricovero invernale del rifugio "Franchetti", all'albeggiare ci siamo messi in movimento per iniziare l'ascensione sulla panoramicissima ferrata "Ricci". Le corde fisse del primo tratto erano totalmente ricoperte da un accumulo di neve durissima che ha cretao un ripido scivolo, sfizioso da arrampicare con gli attrezzi.
Con costante pendenza e sempre su neve compattissima, abbiamo poi raggiunto l'attacco del secondo tratto attrezzato dal quale, con uno sguardo a sinistra, abbiamo ammirato da vicino la verticale muraglia del "Paretone".
La sezione superiore della ferrata, praticamente quasi tutta pulita dalla neve, l'abbiamo percorsa abbastanza velocemente, per andare quindi sul filo di cresta poco sopra l'anticima che si va a sporgere sulla conca del ghiacciaio del Calderone.
Immediatamente dopo con qualche passo di misto oltrepassiamo una fascia impiastrata di poca neve, e poi con l'ultima fatica raggiungiamo la vetta con la meritata solita birretta.
In discesa ci siamo indirizzati sulla via "normale" che, però, diventa non tanto normale quando è ricoperta come oggi di tanta neve tosta, che in un passaggio tra roccette affioranti si solidificava ulteriormente in ghiaccio quasi lucido, facendoci disarrampicare con cautela faccia a monte e con l'ausilio della corda.
Ripassando dal rifugio Franchetti, per riprendere i sacchi a pelo ed altro materiale che avevamo lì lasciato, naturalmente ne abbiamo approfittato per sorseggiare la seconda birra della giornata.
Giunti giù al Piazzale dei Prati di Tivo, la terza birra è stata come da normale protocollo.

lunedì 27 marzo 2017

^^montagna: "CANALE MORIGGIA-ACITELLI"

Salita sulla vetta occidentale del Corno Grande, la più alta degli Appennini, sul suo versante sud per Canale Moriggia-Acitelli.
Il deciso ed un po' anomalo rialzo termico dei giorni prima si è risentito anche in quota, ed in particolare ha avuto effetti sullo stato della neve di questo canale, infatti solo per brevi tratti, quelli più incassati, ho trovato l'ideale manto duro e compatto dove le punte dei ramponi e delle piccozze penetravano decisi, per il resto ad ogni passo in ripida salita il piede affondava sempre se non, in alcuni momenti, anche sprofondare fin quasi al ginocchio.
A parte lo stato del manto nevoso, e forse un po' troppa folla rispetto a quelli che sono i miei personali gusti, il Corno Grande d'inverno offre comunque severi panorami che abbondantemente saziano gli occhi e lo spirito.

sabato 25 marzo 2017

--immersioni: "INCHIOSTRO"

Sempre nere come l'inchiostro sono le prospettive sommerse dei fondali del Lago di Albano, o Castelgandolfo.
Un naturale e perenne strato di microalghe ed altro materiale inorganico presente in sospensione nelle fasce d'acque più vicine alla superficie, fa si che al di sotto di queste la luce del sole non riesca a penetrare, creando quindi una situazione di totale e costante buio.
In quest'immersione lo strato più che lattiginoso oggi era talmente fitto e fastidioso che per alcuni tratti mi ha costretto a procedere a tentoni sul ripido ammasso di scogli, e solo attorno alla profondità di 15-20 metri la bruma sommersa si diradava.
A dir la verità mi sarei aspettato, come normalmente accade, di trovare al di sotto del torbido acqua più limpida, però oggi non era cosa perchè una live sospensione che ha disturbato lo sguardo è stata la costante compagnia per tutta la durata della fase fonda.
Superati la quarantina di metri ho attraversoto una zona libera da rocce che hanno ripreso poi immediatamente la scena dai 50 metri in giù, andando a disegnare linee molto inclinate sulle quali passavo illuminado con il mio stretto fascio.
Come già ho potuto verificare in altre occasioni, dalla batimetrica dei sessanta metri nell'acqua si creava un'ancor più fine nebbiolina bianca che eccitata dalla luce divieniva ancor più fastidiosa a causa dell'alone riflettente che generava.
Raggiunti i limiti di tempo e di profondità prefissati, prima di iniziare la risalita con calma ho gustato ancora il panorama d'inchiostro che mi circondava, incrudito dalla temperatura dell'acqua costante a 10°C che alla lunga, nonostante l'indispensabile protezione della muta stagna, qualche brivido me l'ha provocato.

lunedì 20 marzo 2017

^^montagna: "RAVA DELLA GIUMENTA BIANCA"

Dai 1280 metri di quota di Passo San Leonardo, scialpinistica al Monte Amaro (2793mt) per la Rava della Giumenta Bianca, conosciuta anche come Direttissima.
Bella, lunga e faticosa salita nell'incisa depressione della "rava", con sempre alle spalle la dorsale del Morrone.
Alla selletta a quota 2600 metri, proprio sotto la cupola sommitale, sono stato investito direttamente dal vento a raffiche anche forte che in basso si poteva solamente intuire. A causa di ciò arrivato in vetta era praticamente impossibile stare fuori del cupoloide di metallo del Bivacco Pelino, purtroppo perennemente disadorno ed impiastrato da mille inutili scritte che non sono altro che le firme della maleducazione dei loro autori, oggi affollato di tanti scialpinisti e non che sono saliti sulla cima più alta del Massiccio della Majella.
Nonostante il rialzo termico previsto ed arrivato, il manto nevoso ha tenuto abbastanza bene su tutto l'itinerario di salita e della scivolata di discesa, praticamente fino allo sportello della macchina.

domenica 12 marzo 2017

^^montagna: "IL CUCCHIAIO"

Partendo da San Nicolao, frazione di Caramanico Terme in provincia di Pescara, la scialpinistica al "Cucchiaio" del Pescofalcone fino all'anticima di questo nel massiccio della Majella, è una delle più lunghe del gruppo con un dislivello complessivo di 1600 metri ed uno sviluppo di diversi chilometri.
La sudata e la faticata dell'ascensione è stata ampiamente ripagata da una bellissima discesa sopra la neve trasformata della "Rava Cupa" che a causa della sua concava morfologia localmente è conosciuta anche come il "Cucchiaio".
Al termine dei 900 metri di discesa nel Cucchiaio, ho dovuto rimettere le pelli di foca sotto gli sci per poter così rimontare brevemente fino alle creste superiori del Prato della Corte, proprio sopra il rifugio Barasso, e da lì poi continuare la divertente sciata su un manto nevoso appena un po' più pesante di quello trovato più in alto.
Il resto è stato sulla pista sterrata coperta di neve, naturalmente sempre con gli sci.

domenica 5 marzo 2017

--immersioni: "A CHIARE LINEE"

Il piacere di "sommozzare" dentro un'acqua tersa, tracciando le linee della mia fantasia.

giovedì 2 marzo 2017

^^montagna: "PICCOLI GODIMENTI"

Nonostante il vento a tratti fortissimo che senza posa e con direzione variabile spazzava la cresta del Monte Godi (2011 mt), dei tratti ghiacciti che abbiamo preferito affrontare mettendo gli sci in spalla e calzando i ramponi, e la brevità della gita scialpinistica, che a volersela prendere con tutta la calma possibile comprensiva anche di prolungata sosta di vetta abbiamo effettuato al massimo in 3 ore e mezza tra salita e discesa, la giornata di montagna ha gratificato i nostri spiriti oltre modo.
Dal piccolo segnavia in metallo posto sulla vetta, infatti, volgendo lo sguardo tutt'intorno ci siamo davvero gustati dei panorami vasti e solitari e poi, nella seppur non lunga scivolata verso il basso, il divertimento è stato assicurato andando a curveggiare, finalmente ridossati alle raffiche del vento, sopra piacevoli pendii.

giovedì 23 febbraio 2017

^^montagna: "MONTE ROTELLA"

Dal paese di Roccapia (AQ) a 1050 metri sul livello del mare, scialpinistica al Monte Rotella (2129mt).
Nella parte bassa della salita a causa dell'esposizione all'ombra abbiamo trovato neve al limite del ghiacciato, mentre sui pendii superiori riscaldati da sole, la neve era decisamente meno dura.
I tempi trascorsi tra salita e sosta di vetta, creavano il giusto fondo sul quale abbiamo effettuato la lunga sfiziosa scivolata di 1100 metri.

domenica 19 febbraio 2017

^^montagna: "PIZZALTO"

Prelibato assaggio del rinomato firn Appenninico, in questa divertente e veloce scialpinistica sul Monte Pizzalto di Pescocostanzo (AQ).
Messi gli sci con le pelli a 10 centimetri dallo sportello della macchina, in un soleggiato e freddo venerdì di febbraio di buon passo si salgono gli aperti pendii che, tra macchie boschive di sempreverdi e faggi, fanno guadagnare quota verso la non lontana cima a 1966 metri, caratterizzata da due grandi ed inestetiche strutture metalliche, visibilissime anche da molto lontano.
Sulla sommità spazzata da un fresco refolo di vento da nord, mentre si beve e si mette qualcosa sotto i denti, gli occhi possono spaziare a giro d'orizzonte sui monti intorno tra i quali, più vicino, si fa notare il lungo Porrara con la sua linea di cornici rotta in alcuni punti.
La seguente discesa fino allo sportello dell'auto, è divertimento assoluto sopra il gustoso firn!

mercoledì 15 febbraio 2017

--immersioni: "COGOL DEI VECI"

Nel comune di Valstagna, situato in provincia di Vicenza lungo la valle del Brenta, c'è il complesso delle grotte di Oliero del quale fa parte anche la grotta detta COGOL DEI VECI, che è situata alla base di un'alta, strapiombante ed incassata volta rocciosa, dalla quale sgorgano le acque dell'Oliero provenienti da un cunicolo sommerso lungo chilometri.
Questa nostra esperienza speleosubacquea, che si è limitata alla percorrenza di un breve tratto subito dopo l'ingresso della stessa e sotto il controllo dell'esploratore di cavità sommerse Gigi Casati, è servita per assaggiare le "sensazioni" che questa "severa specializzazione / disciplina" della subacquea è in grado di dare a chi decide di cimentarsi con essa.

sabato 4 febbraio 2017

^^montagna: "QUASI ARGATONE"

Partiti dai 950 metri di quota del paese di Villalago (AQ), sci ai piedi avevamo intenzione di arrivare fino all'Argatone, ma giunti a 200 metri dalla cima a causa del forte vento da ovest che ci investiva con raffiche di 80 Km/ora che quasi ci sbattevano per terra, abbiamo deciso di iniziare la discesa.
Tolte le pelli, non senza difficoltà perchè se non prestavamo attenzione volava via tutto, siamo scivolati giù su di una neve un po' pesante, pensavo peggio, che comunque ci ha consentito di fare curve, con sotto gli occhi sempre gli appaganti spalti più alti dell'icassata Valle del Sagittario.

mercoledì 1 febbraio 2017

--immersioni: "VECCHIA AMICA"


Se mi si presenta l'occasione non manco mai di andare a fare una visita ad una VECCHIA AMICA.
Non si tratta però effettivamente di una persona, ma di un relitto d'automobile che scoprimmo durante un'esplorazione in immersione diversi anni fa, scaraventato in una zona del fondale del Lago di Albano da non so quanto tempo.
Con lo scopo di osservarla, fotografarla e filmarla, nel corso degli anni svariate volte è stata l'obbiettivo delle mie visite, e come spesso accade quando si rivolgono prolungate attenzioni ad un oggetto inanimato è successo che ho iniziato, se così si può dire, ad affezionarmi a quella carcassa di FORD, modello Cortina, perduta e solitaria dentro il freddo ed il buio del lago.
Immaginare poi che avesse anche una ben distinta personalità costruita prima con la sua storia all'aria, che con molta probabilità si e dipanata tra losche faccende, e poi con la sua solitudine sommersa, per la mia fervida fantasia è stata naturale conseguenza.
Naturalmente il volo dei pensieri nasce e svanisce nell'arco di tempo della durata di un tuffo nel quale, comunque, bisogna mantenere saldamente i piedi per terra, o sarebbe meglio dire le pinne in "assetto", perchè le condizioni ambientali generate dal buio, dall'acqua torbida e dal freddo (9°C), necessitano di un continuo e costante stato di concentrazione ed attenzione.
Questi pensieri concreti e logici, sono al contempo permeati con le sensazioni che, filtrate dai sensi, mi generano "dentro" emozioni positive dalle diverse sfumature, che vanno a contrastare con il buio che c'è lì "fuori".

venerdì 27 gennaio 2017

^^montagna: "BELL'APPENNINO ABRUZZESE"


E, senza dimenticare, si ritorna in montagna per sorridere.
Da Castrovalva, piccolo borgo situato sul costone orografico destro della Valle del Sagittario, bella e lunga scialpinistica sul Monte Rognone (2089 mt), che ci ha impegnato con 1300 metri di dislivello ed i circa 12 chilometri di percorrenza tra andata e ritorno.
Raggiunta la cima abbiamo potuto osservare il bellissimo panorama a 360 gradi su tutti i massicci montuosi d'Abruzzo, completamente imbiancati.
In discesa, sulla la traccia "battuta in salita, abbiamo sciato su neve di tutti i tipi, che comunque ci ha consentito di fare curve e divertirci.

domenica 22 gennaio 2017

^^montagna: "A SPALAR NEVE PER L'ABRUZZO E POCHE CHIACCHIERE!"


Qui a Pescara, sopra la testa, in queste ore sentiamo spesso il caratteristico rumore basso del flappeggiare degli elicotteri, ed ogni volta tutti speriamo in una nuova vita salvata da parte di chi sta operando, ad una cinquantina di chilometri di distanza in linea d'aria dalla città, per trarre in salvo persone da sotto macerie sommerse di neve di un albergo trascinato via da una valanga. La notizia è diventata "LA NOTIZIA" della settimana non solo in Italia ma anche all'estero, ed in ogni ora del giorno dai notiziari radio- televisivi nazionali a quelli locali rimbalzano news sul fatto, e che purtroppo molto spesso scadono come oramai è di pessima abitudine ogni volta che accadono tragedie in comunicazioni che superano il limite del morboso aventi l'unico scopo di fare "audience".
Massima ammirazione e rispetto per gli operatori, professionisti e specializzati che lì sul posto, lavorando in condizioni veramente difficili tra accumuli di "metri" di neve e rottami, hanno già compiuto diversi palpabili miracoli.
Tutti i lati delle montagne d'Abruzzo rivolte ad est, versante Adriatico, sono letteralmente sommerse da impressionanti quantità di neve, ed in tantissime località ci sono criticità: strade bloccate, paesi isolati, mancanza di energia elettrica ed acqua, aggravate da uno sciame sismico che scuote ancora terre ed animi.
Non appena i vari impegni personali ce lo hanno consentito, con qualche telefonata ci siamo organizzati con una piccola squadra di amici per andare ad aiutare a Pietracamela (TE), piccolo paese alle pendici del Gran Sasso d'Italia.
C'era tanto da scavare, spalare, togliere neve per liberare, auto, portoni, legna sepolta, fare dei passaggi per anziani imprigionati in casa.
Naturalmente nella nostra cricca, come da tradizione consolidata, non ci siamo fatti mancare momenti di pausa nei quali sorseggiare birrette, grappini e the corretto!
E' stata la più gratificante uscita di montagna.

domenica 15 gennaio 2017

--immersioni: "UN VIAGGIO"


Partito al buio e freddo di Pescara, ed attraversando l'Appennino Abruzzese, raggiungo i bui fondali del Lago di Castelgandolfo che mi attendono alla massima quota raggiunta, 79 metri, con la severa temperatura di 9°C, ulteriormente "incrudita" dal fatto di aver respirato sul fondo una miscela "trimix".
Come ogni volta è stato un "viaggio impegnativo da tutti i punti di vista ed in ogni sua fase.
Come ogni volta, nonostante i "normali" vari disagi patiti in ogni viaggio del genere, alla fine non devo pormi la domanda se il gioco vale la candela: non nutro dubbi al riguardo.
Dopo tanta "notte" osservata, nella tratta di rientro in riva all'Adriatico i miei occhi divagavano posandosi sui monti d'Abruzzo ammantati di coltri bianche, ma anche loro fredde.