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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea, poi dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.) e fin da ragazzo frequentatore della montagna, costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

sabato 26 aprile 2014

^^montagna; "MONTE DI CANALE"

Ascensione per un ampio canalone nel massiccio del Sirente che sa sempre offrire atmosfere di isolamento.

giovedì 24 aprile 2014

--immersioni: "NELL'OMBELICO"

Grazie alla sua posizione al centro della penisola, Plinio il vecchio nel III° libro della sua "Naturalis historia" (I° secolo d.c.), definì questo piccolo lago situato nella Valle del Velino alle pendici dei monti Reatini, "OMBELICUS ITALIAE".
Il lago di Paterno, che geologicamente si è originato da uno sprofondamento di origine carsica, è un piccolissimo bacino dal perimetro circolare che ha una profondità massima di 54 metri.
La zona dove mi sono immerso è caratterizzata da una verticale parete rocciosa, con tratti anche strapiombanti, che partendo già da qualche metro sotto la superficie va giù dritta alla stesso modo fino a circa 35 metri. Finita la falesia il fondale, anche se non più verticale, continua la sua discesa ancora con buona pendenza. Arrivo fino a 53 metri, quasi nel punto più basso.
Le atmosfere che un sommozzatore vi può trovare immergendosi, a causa della quasi perenne torbidità, sono severe oppure, come definite da qualcuno, inquietanti.
Prima di una solitaria immersione in un sito di questo tio, qualche naturale dubbio vaga nella mente. Una volta sott'acqua però la concentrazione è talmente elevate che le preoccupazioni svaniscono.
Sono solo in un ambiente buio, freddo e fangoso che ora il mio pensiero potrebbe percepire anche ostile, eppure non è così.
Queste correlazioni vagano nella mia testa mentre sono nell'azione sommersa e quasi me ne preoccupo. Cioè, mi preoccupo di non essere preoccupato: è normale essere in un sito d'immersione con queste caratteristiche e non avere nessun tipo di apprensione?
Dovrei essere oppresso dagli ottenebranti elementi che mi circondano ed invece, ragionandoci su, con sicurezza posso affermare che anche qui c'è del bello.
Stranamente bello, ed io me ne sto riempiendo gli occhi e non solo.

lunedì 7 aprile 2014

--immersioni: "COULOIR SOMMERSO"

Rallento la discesa fino a fermamrmi completamente a mezz'acqua, sospeso poco sopra dal fondo chiaro e proprio davanti ad una grossa roccia.
Il mio orizzonte visivo è delimitato dal cerchio di luce generato dall'illuminatore subacqueo, in termini percentuali però poca roba rispetto ai restanti 355° del nero fitto che mi circonda.
Intervallati da pause distanziate tra loro, dai baffi di scarico dell'erogatore gli sbuffi di bolle delle mie espirazioni escono regolari.
Controllo la profondità: mi trovo a 72 metri.
Oggi il mio "meccanismo" è oliato a dovere e tutto scorre secondo il piano mentale che nella testa mi ero rivisto poco prima d'iniziare l'immersione.
Il tempo è iniziato una volta che ho raggiunto, nuotando in superficie, una particolare roccia situata poco sopra del pelo d'acqua: è un segnavia che ho bene impresso nella memoria.
Da lì per precisa direzione, aiutato dalla bussola nella fascia d'acqua molto torbida dei primi 14-15 metri, sono andato giù.
Imbrocco l'inizio del canalone sommerso e ne ho conferma poco più giù ad una trentina di metri, quando incontro una sedia di plastica bianca finita quaggiù che, in assoluto, decisamente è una stonatura poco estetica alla vista, una bruttura dell'inciviltà e della maleducazione, però devo dire che nel corso del tempo m'è diventata amica. Infatti, come in montagna si incontrno gli omini di pietra a segnare la giusta traccia, questo reperto d'immondizia industriale per me ora ha la stessa funzione. Proseguo.
In alta montagna un "couloir" è un ripidissimo canalone, un corridoio tra gole rocciose ricoperto di neve durissima se non addirittura ghiaccio, ed allora a voler continuare le somiglianze tra i monti e questo lago osservato da sotto, la notevolissima pendenza ed il colore bianco del fondo mi fanno assimilare questa situazione nella quale mi trovo adesso, ad una di montagna.
Mi piace stare qui.

martedì 1 aprile 2014

^^montagna: "IL PAGINONE"

Una classica scialpinistica sul Monte Camicia è la salita per il suo versante sud-ovest su quello che viene detto "Il Paginone".
Questa zona della montagna è caratterizzata da un ampio, largo ed aperto declivio inclinato che ricorda appunto una grande pagina.
A causa del fondo molto duro siamo saliti con sci in spalla e ramponi ai piedi e, dopo aver atteso un po' in vetta (2564mt), abbiamo sciato sulla neve che nel frattempo a causa della temperatura che rapidamente si stava alzando aveva mollato anche un po' troppo.
Gran bella giornata di sole, di sci e di montagna.