La mia foto
PESCARA, PE - Pescara, Italy


Affascinato d'immersioni che ho sempre praticato in apnea e dal 1981 con autorespiratori (A.R.A. / A.R.O. / E.C.C.R.); e sin da ragazzo frequentatore della montagna, davanti a lei costantemente armeggio con, pinne, maschere, autorespiratori, corde, ramponi, piccozze e sci.
Tuffi ed ascensioni qui li racconto con "filmetti", parole e foto.

giovedì 30 luglio 1992

--immersioni: "NON TUTTI I MALI VENGONO PER NUOCERE"

"Non tutti i mali vengono per nuocere", dice il proverbio. E' proprio vero. Diversi anni fa, assieme all'amico Maurizio, organizzai una giornata d'immersione alle ISOLE TREMITI.
Per l'occasione contattai un locale che conoscevo bene perchè già più volte avevo utilizzato i suoi servizi di "barcaiolo" per le immersioni. In pratica il "locale" ci veniva a prelevare sulla banchina dove sbarcava il traghetto, caricava noi e le attrezzature d'immersione (bombole, cinte piombate ed i pesanti sacconi) sul suo gommone, ci accompagnava sul sito scelto per il tuffo, ci attendeva mentre noi eravamo sotto ed alla riemersione ci riportava in banchina. Il tutto, sempre chiaramente, in scambio di un giusto compenso che noi sborsavamo.
Per parecchio tempo e fino ad allora in questo scambio era andato tutto liscio.
Quella domenica di luglio del '92, o era del '93, non ricordo bene, s'incrinò. Anzi, per meglio dire, si ruppe definitivamente e con il senno di poi dico a suo svantaggio perchè da allora quel tipo da me non vide più il becco di un quattrino.
Partiti da Pescara la mattina presto, con la macchina stracarica di roba da immersione giungemmo dopo una novantina di chilometri al porto di Termoli dove trasbordammo tutto sulla nave che, con un paio d'ore di navigazione, ci portò a destinazione. Giunti quindi sulle isole, riscaricammo tutto per trovarci nel porticciolo, sotto il sole caldo, in mezzo alla calca di persone che numerose raggiungono le Tremiti nelle domeniche d'estate.
Del "locale", però, non c'era traccia. Non era epoca di cellulari ed allora per avere sue notizie c'imbarcammo sopra uno scafo che effettuava il servizio di spola tra le due principali isole dell'arcipelago, sperando di trovarlo sull'altra sponda. Infatti era lì appoggiato ad una balaustra che, tranquillo e a voce alta, conversava con un suo "paesano".
Mi feci nei pressi e lo salutai.
Quello, manco mi rispose. Attesi qualche attimo e poi m'intromisi dicendogli che probabilmente s'era dimenticato del nostro appuntamento. Il "locale" mi osservò stralunato e, irritato, mi fece notare che stava chiacchierando. Un po' spazientito a mia volta gli feci notare che, come da chiari e non fraintendibili accordi avuti telefonicamente il giorno precedente, avevamo un appuntamento già scaduto, e non per colpa nostra, da più di sessanta minuti con lui ed il suo natante sull'altra isola.
Ancora con il sorriso sulle labbra e ben disposto, continuando, comunque sottolineai il fatto che nonostante tutto avevamo ancora voglia di farci una bella immersione.
"Immersione?", fece lui.
"Si certo, immersione, e sennò tutto stò popò di roba che ci stiamo portando a spasso da 'stamattina presto, la lasciavamo a casa!" gli risposi.
"Ma non vedete che c'è mare mosso?" ribattè il "locale".
C'era effettivamente una brezza tesa da nord che aveva increspato tutto l'orizzonte di spumette bianche, nulla di trascendentale però. Gli feci notare, ancora con garbo, che su tutte le isole del mondo se da un lato c'è vento con relativa maretta, sul lato diametralmente opposto per legge fisica deve esserci per forza una zona di calma o, come si dice in gergo marittimo, di ridosso. Per noi sarebbe andato bene qualsiasi sito d'immersione.
Il "locale" messo alle strette incominciò a sciorinare una dietro l'altra tutta una serie di scuse: che l'acqua era torbida, che c'era corrente, che il meteomar prevedeva un'intensificazione della forza del vento, che...che...che...che sarebbe stato meglio per noi quel giorno prendere il sole.
Aveva superato il segno!
A noi prendere il sole?
Provenendo da Pescara città di mare con una bellissima spiaggia sabbiosa lunga chilometri, il mare ed il sole li maciniamo da maggio ad ottobre tutti i giorni. Alle Tremiti noi andavamo, ed andiamo, solo per fare immersioni e basta!
"Insomma, quante chiacchiere stai facendo! Noi siamo arrivati quà carichi come muli per andare sott'acqua, ci porti o no?"
"Il gommone oggi non lo sposto." affermò deciso.
Accaldati, stanchi ed innervositi, apertamente inveimmo contro di lui.
Quello non fece neanche caso alle nostre parole che probabilmente suscitarono anche la sua ilarità. Non gli andava di fare un tubo. Per due turisti "persi" quel giorno, ne avrebbe fagocitati chissà quanti altri dei tanti che arrivano alle Tremiti durante tutta la bella stagione.
I nostri toni e le nostre parole non furono affatto gentili. Gli urlai in faccia che da me non avrebbe più visto il becco di un quattrino e per quello che mi riguarda così fu da quel 1993, o 1992 che fosse.
Con le pive sacco e con l'umore nerissimo ci ritrovammo a secco.
Seduto su una bitta della banchina, mentre aspettavamo la motobarca che ci avrebbe riportato sull'altra isola di colpo però mi vene un'idea, uno spiraglio di luce. Dallo zainetto srotolai la carta nautica dell'arcipelago che avevo ed ho sempre ogni volta che capito in quei paraggi. Con attenzione verificai le linee batimetriche (le profondità) che c'erano vicine dov'era ormeggiato il traghetto con il quale eravamo arrivati.
Perchè no, mi chiesi?
Controllai ancora, per lo meno nero su bianco la cosa era fattibile. Senza perdere altro tempo in chiacchiere, perchè per i miei standard già ne avevo fatte troppe, non appena ci riportarono dall'altra parte misi in pratica l'idea. Lontani dagli sguardi e dietro un gruppo di scogli ci preparammo e finalmente c'immergemmo in acqua per rinfrescarci non solo il corpo dalla calura, ma anche il bollore dello spirito.
Di lì a poco io e Maurizio scoprimmo un insolito ed interessante sito d'immersione che offriva una bella scogliera sommersa fino a circa 45 metri e passa di profondità, piena di paretine, spaccature, grotte, spugne colorate e pesci.
Da quel giorno quel posto divenne frequente mèta delle mie scorribande sub presso quei lidi in tutte le stagioni dell'anno.
Dopo aver sotto i flutti finalmente ritrovato la calma in noi stessi, naturalmente non mancammo di mandare definitivamente a quel paese nel vero senso della parola il Caronte traditore che da allora non volli ne' più vedere e sentire cancellandolo definitivamente.
E' proprio vero come dice la saggezza popolare del proverbio, che non tutti i mali vengono per nuocere. Insomma quello che all'inizio pareva prospettarsi come un assoluto flop per noi, risultò poi essere una fruttuosa giornata che nel corso degli anni a venire, subacqueamente parlando, mi avrebbe donato i suoi frutti.